La piccola Mafalda è la protagonista dell’omonima striscia a fumetti creata dall’argentino Joaquín Lavado, in arte Quino, pubblicata fra il 1964 e il 1973, e diventata popolarissima in Sudamerica e in tutto il mondo. Lo sguardo sull’umanità di Mafalda è, nello stesso tempo, femminile, acuto, irriverente. Mafalda scardina le ipocrisie di un mondo piccolo-borghese che si nega a vedere la realtà, nascondendo la testa sotto la sabbia. Intelligente e pestifera, Mafalda tempesta, con le sue domande su pace, guerra e società, adulti benestanti e benpensanti che non possono o non vogliono rispondere. Il risultato è, invariabilmente, cinico, caustico, irresistibile. Mafalda non si integra, non accetta compromessi, e il suo umorismo non risparmia nessuno. Fu guardata con sospetto dalla sinistra peronista che l’accusava di non essere abbastanza politicizzata, e ovviamente messa all’indice dalla destra golpista di Videla, che costrinse Quino ad abbandonare l’Argentina per salvare la pelle – come altri fumettisti argentini, primo fra tutti, Héctor Oesterheld, autore de L’Eternauta). Insieme a Mafalda c’è il suo gruppo di amici, bambini come lei, che rappresenta il riflesso – innocente, ironico, spietato – del pianeta degli adulti in tutte le sue aberranti sfaccettature. Le strisce di Quino sono state tradotte in dozzine di lingue, e alla sua protagonista sono dedicate una statua in una piazza di Buenos Aires e una targa commemorativa sull’edificio dove viveva l’autore quando ideò il personaggio.
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